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IGNUDI ILLUMINATI
Mostra personale di Wanda Richter-Forgách

RITRATTI
Mostra di Konrad Klapheck e Wanda Richter-Forgách

29 settembre - 27 ottobre 2007

 

Il canto della terra con le sue voci di ombre e di luci avvolge le nuove opere di Wanda Richter–Forgách, che sa raccontare le forme e i segreti della figura umana con lo sguardo di chi ha visto e conosce.
Circondati dalla calda luce mediterranea o velati dal nero dei fanghi curativi, i volti e i corpi rivelano un’intesa intima con gli accordi della Natura che è Madre e Sorella, fonte di sostegno e sorgente di idee sulla vita e sulla morte, il tempo e il sogno. L’artista torna ai temi cari –il ciclo dell’esistenza, la bellezza fugace, il gioco dell’elemento maschile col femminile– osando pienamente un linguaggio più esplicito, là dove in passato aveva fatto ricorso ai fiori come metafora di un complesso mondo di simboli e simmetrie, nel tentativo affettuoso, nel desiderio ostinato di colmare i vuoti nel teorema dell’esistenza, che crea inesorabilmente un’eco di nostalgie quando sembra promettere la pienezza del vivere. 
Colori antichi di Pompei nell’attimo che precede la colata di lava che travolse le case e le persone, colori della vita e del giorno, dell’ingenuità del mondo consapevole del dolore ma capace di godere di ogni lusinga dei sensi. Volumi michelangioleschi immersi nel silenzio non di Sibille ma di donne e uomini che cercano la pace del corpo e dell’anima nel fango che nutre, nel tepore delle acque termali che sono conforto alle pene e agli affanni. Il dolore del cuore e delle ossa diviene poesia stemperata nella materia morta ma ancora viva della terra e i nudi conoscono la luce che li rende ricchi di suggestioni e promesse.

Isabella Colonna Preti
 

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